Le imprese devono essere gestite da manager competenti

È un primato a livello europeo: in Germania è solo il 28%. I manager italiani, quindi, vengono scelti soprattutto sulla base dei legami familiari e non necessariamente delle loro competenze. Questo non è un bene, perché oggi gestire un’impresa non è facile e richiede competenze sofisticate che non sempre i familiari hanno avuto modo di sviluppare. L’ingresso in azienda di un familiare non dovrebbe essere mai automatico e nemmeno obbligatorio. Dovrebbe essere il risultato di un percorso rigoroso, finalizzato all’acquisizione di tutte le competenze manageriali necessarie per guidare un’impresa.

Nella famiglia regnano l’affetto, la protezione, la solidarietà e l’uguaglianza tra tutti i membri. In un’impresa dovrebbero invece prevalere le differenze, il rischio, la competizione e la meritocrazia. Prevedere l’ingresso dei familiari in azienda senza un percorso di formazione e selezione significa far prevalere le logiche familiari su quelle aziendali. Ma le imprese hanno bisogno di persone competenti, non necessariamente di familiari.
L’appartenenza può essere un valore aggiunto, ma solo se ci sono anche le competenze. L’inserimento di familiari e coniugi o conviventi, senza un sistema di regole chiare, espone a rischi che non sempre ci si può permettere, come quello di posizionare una risorsa giovane in un ruolo cruciale per il quale non ha ancora sviluppato le necessarie competenze.

Lavorare nell’azienda di famiglia è un privilegio e comporta grandi responsabilità. Per questo bisogna prepararsi duramente al ruolo e formarsi in maniera professionale. I familiari che non hanno avuto l’opportunità di formarsi tendono a non comprendere il proprio ruolo in azienda e la natura del contributo che devono dare. Fanno spesso confusione tra proprietà e gestione, tendono a non rispettare i compiti assegnati e a compiere continue invasioni di campo facendo pesare il proprio “cognome”. Mostrano, inoltre, una scarsa attenzione verso alcuni doveri formali come il rispetto dell’orario di lavoro, la necessità di avvisare in caso di assenza, la comunicazione del piano ferie, ecc. Tutto ciò ha l’effetto di demotivare gli altri manager aziendali e contribuisce alla creazione di un ambiente di lavoro poco professionale e attrattivo.

In un periodo di continui e profondi cambiamenti, di mercati imprevedibili e di forte evoluzione in ogni ambito di business, chi guida un’azienda deve essere capace di comprendere le potenzialità della trasformazione e il valore dell’innovazione, e deve conoscere gli strumenti necessari realizzarla.
Queste sono le competenze che non possono assolutamente mancare: